Vogliamo sussidi lavoro
di Maurizio Del Conte
Ogni tanto è bene rileggere l’articolo 1 della Costituzione, per ricordarci che il fondamento della Repubblica Italiana è il lavoro, non il sussidio. Dovremmo ricordarcene quando ci consumiamo in battaglie all’ultimo sangue per ottenere denari da trasformare in sussidi invece che in servizi e misure per sostenere il lavoro. La pandemia non ha soltanto tagliato posti di lavoro, ma ha profondamente modificato la mappa dei lavori disponibili e la ripresa – quando si presenterà – sarà selettiva. Alcuni ambiti e alcuni lavori si contrarranno in maniera duratura, mentre altri ambiti cresceranno facendo emergere nuovi lavori. Per sostenere la ripresa occorre riattivare le persone e sostenere la transizione delle competenze, attivando su larga scala un processo di accompagnamento verso i nuovi lavori con percorsi formativi personalizzati e allineati alla rapida evoluzione della domanda.
È necessario ricomporre la carriera lavorativa delle persone, andando oltre la dimensione del singolo contratto, attraverso uno strumento che includa i percorsi di studio, di alternanza scuola-lavoro, i tirocini, l’apprendistato, la formazione continua, le transizioni occupazionali, la mobilità geografica, la riqualificazione e l’acquisizione di nuove competenze, le misure di invecchiamento attivo e di accompagnamento alla pensione. Perciò si deve garantire a ogni persona uno strumento di valorizzazione dell’intero precorso professionale e formativo, un “codice di cittadinanza attiva” al quale siano associati e nel quale siano certificati i percorsi professionali e formativi lungo l’intera vita attiva. Insomma, occorre contrastare la deriva “redditocentrica” investendo risorse in un sistema di politiche attive finalizzato alla creazione di valore del lavoro. Solo così si potrà trasformare questa crisi in una opportunità di crescita economica e sociale. Prima il lavoro, dunque. Il lavoro di qualità, il lavoro contaminatore di legalità, il lavoro che valorizza le competenze. Non è un sogno, è la prima responsabilità delle nostre Istituzioni.
*** Per approfondire: Maurizio Del Conte e Tommaso Nannicini, “Dal Jobs act al codice di cittadinanza attiva”