Quanto sei sostenibile?
di Uwe Staffler
L’ambientalismo è morto, viva l’ambientalismo! Ieri l’ambientalismo politico in Italia ha avuto fortuna modesta, facciamo in modo che ne abbia di più domani. Greta Thunberg ha denunciato la generazione degli adulti per il furto del futuro a quella dei giovani. Compito dell’ambientalismo adulto non è quello di limitarsi ad applaudirla, ma fare proposte concrete per invertire la sua profezia. In 6 mosse.
1. L’iniziativa ecologista deve essere desiderabile da una grande parte della popolazione, non esistono scorciatoie dirigiste. Un ambientalismo senza attenzione alle domande sociali non esiste. Deve dipendere più dalla voglia di rendere la nostra vita migliore che dalla paura di catastrofi future.
2. L’economia circolare è una grande promessa che può essere mantenuta se affrontata con grande impegno e pazienza. È stolto pensare a un mondo senza inquinamento e rifiuti nel giro di pochi anni, ma è utile tendervi come obiettivo ideale. L’ambientalismo saggio progetta i passaggi intermedi, che oggi significa migliorare la raccolta differenziata e il riciclo e realizzare buoni termovalorizzatori; ridurre gli spostamenti inutili e utilizzare mezzi di trasporto per uso privato e pubblico meno inquinanti dal pozzo alla ruota; mettere in campo un sistema di controllo e verifica credibile per ridurre a quasi zero il fabbisogno energetico dei nuovi edifici, riqualificare con criterio quelli esistenti più pregiati e demolire e ricostruire quelli fatiscenti, soprattutto in periferia; aiutare le piccole e medie imprese sul loro cammino verso l’efficienza energetica; investire nelle grandi reti di trasporto dell’energia e intensificare la sperimentazione delle minireti. È bene amare e migliorare con spirito innovativo la tecnologia amica, ben sapendo che la priorità è sempre evitare gli sprechi.
3. Dobbiamo sempre portare con noi i tre mondi che fanno sviluppo sostenibile: il nostro mondo interlocutore, gli esseri viventi – il mondo intorno a noi, l’ambiente – il mondo di domani, il futuro per i nostri bambini. Abbiamo bisogno di una Carta dello sviluppo sostenibile e di una Corte Costituzionale sostenibile con ampie garanzie di indipendenza, i cui componenti siano scelti esclusivamente per meriti e competenze e che verifichi leggi e decreti sull’impatto ecologico.
4. Le città possono essere la palestra più grande per trasformare un luogo brutto in un paradiso con molta fantasia e poche risorse. Basta dedicare molto meno spazio a strade asfaltate per macchine veloci, inquinanti e pericolose che portano in giro una persona a tonnellata e riconvertirne molto di più a luogo d’incontro e di gioco per grandi e piccoli.
5. Insieme alla ricchezza storica la bellezza della natura rappresenta una delle risorse più preziose dell’Italia. Contribuisce a rendere il privilegio di vivere qui una fonte di felicità continua e una grandissima opportunità economica e culturale, a partire dal turismo. Sentire la cura del territorio come quella di casa nostra dipende da un semplicissimo click nella nostra testa, una rivoluzione copernicana gratuita e immediata. Non abbiamo bisogno di in un’altra pandemia per rivedere acque pulite e respirare aria buona.
6. Piccoli gesti sono importanti quanto grandi opere infrastrutturali, risolvere problemi marginali nell’immediato quanto affrontare grandi questioni rivolte a un futuro lontano. La visione per ogni scelta importante deve avere un orizzonte lontano almeno una generazione, da venti a trent’anni. La politica, che spesso è prigioniera dell’incedere continuo delle elezioni, deve trovare un modo per strappare le grandi scelte da cui dipende il nostro futuro dalla diatriba partitica quotidiana.