Eliminare la violenza
di Titti Di Salvo
La violenza maschile contro le donne non è mai un fatto privato neppure quando avviene, e molto spesso è così, dentro le mura di una casa.
Se la responsabilità di tagliare le sue radici è di tutti, la via da percorrere per riuscirci è quella delle politiche pubbliche di sistema: dall’educazione al rispetto che si deve insegnare a scuola, all’aumento dell’occupazione femminile e quindi dell’autonomia della donne, alla formazione degli operatori di polizia e negli ospedali, alla repressione.
A maggior ragione l’obiettivo di liberare i luoghi di lavoro da molestie e ricatti sessuali riguarda tutti e in particolare le imprese e le organizzazioni sindacali. Con le scelte giuste per prevenirli, contrastarli, punirli, scoperchiare omertà e squarciare veli di ipocrisia.
Con questa convinzione abbiamo scelto di accendere i riflettori sul tema più difficile e meno illuminato anche nei giorni intorno al 25 novembre. Nonostante la dimensione e la diffusione delle molestie e dei ricatti sessuali nei luoghi di lavoro, che l’ISTAT ha contribuito negli anni a far emergere.
Lo faremo per sollecitare la ratifica della Convenzione della Organizzazione internazionale del lavoro di giugno 2020, già approvata alla Camera e non ancora al Senato.
E con un obiettivo in più. Proseguire il cammino intrapreso dalla proposta di legge Di Salvo 4742/17, in parte recepita dalla legge di bilancio 2018, con l’approvazione della proposta di legge Fedeli 655/18 presentata in questa legislatura.
Perché ci servono più strumenti, più consapevolezza, più discussione pubblica, più responsabilità collettiva ed anche una legge organica.
Per non spegnere la luce dopo i riflettori temporanei del metodo di Hollywood.
No è no. Al lavoro senza molestie.
Volare, 7 dicembre 2020